Cosa avviene nella mente del ballerino quando impara un passo nuovo?
Osservazioni sull'apprendimento motorio
Schmidt e Wrisberg (2008) definiscono l'apprendimento motorio come
‘una serie di cambiamenti associati alla pratica e all’esperienza, che generano un cambiamento relativamente permanente di quei processi interni che determinano la capacità di una persona di produrre un atto motorio’.
Nella danza questo tipo di apprendimento permette ai ballerini di imparare ed acquisire abilità anche molto complesse (come alte capacità di equilibrio o coordinazione), che non sono incluse nel normale vocabolario motorio quotidiano. L’apprendimento motorio, ha una valenza molto importante per lo sviluppo umano. Già Piaget affermava che la ‘conoscenza derivi dall’azione’, ed evidenziò come i bambini sviluppino prima degli Schemi di azione, intesi come strutture interne molto elementari che caratterizzano appunto le prime fasi di sviluppo, e che successivamente queste azioni vengano interiorizzate in quelli che vengono definiti schemi mentali, che permettono al bambino di interpretare e conoscere la realtà.
Lo sviluppo senso-motorio, come aveva a già evidenziato Piaget, passa attraverso stadi di sviluppo, i quali permettono al bambino il passaggio da concetti più concreti a concetti più astratti, come da movimenti più grezzi ed elementari a movimenti più fini e strutturati. Allo stesso modo, secondo le teorie più recenti, l’apprendimento motorio si realizzerebbe in fasi, che comprendono un passaggio graduale da una fase di comprensione del compito e di coordinazione grezza ad una fase di comprensione più approfondita e coordinazione fine grazie allo sviluppo di automatismi esecutivi. Questa affermazione diviene molto importante nell’insegnamento della danza, in quanto si evidenza come per eseguire un movimento esso vada prima compreso ed eseguito in modo grossolano e solo, dopo aver interiorizzato il suo schema, può essere affinato. Questo concetto viene trasmesso, spesso inconsapevolmente dagli insegnanti con il termine “pulire” un movimento. Ovvero, ogni passo viene spiegato e fatto eseguire dall’allievo come meglio riesce in base alle proprie capacità fisiche, e solo quando l’insegnante si rende conto che l’allievo ha compreso il passo, attraverso l’utilizzo di feedback e quindi correzioni e spiegazioni più dettagliate, si migliora sempre più la qualità di quel movimento che fino a quel momento era definito “sporco”.
L’allievo che ha appena visto un passo eseguito dall’insegnante e prova a imitarlo, tende immediatamente a guardarsi allo specchio per verificarne la correttezza, e poiché il movimento deve essere prima compreso e probabilmente eseguito in maniera grossolana, probabilmente si percepirà “brutto” e cercherà di auto-correggere il proprio movimento senza però averlo compreso, e sarà talmente focalizzato sulla propria immagine che riceverà molto poco dalle informazioni verbali dell’insegnante. Oltre quindi a una difficoltà attentiva, ci troveremo di fronte anche a un problema emotivo, argomenti che affronterò dettagliatamente più avanti.
I termini, “pulito” e “sporco”, che vengono utilizzati in modo automatico dagli insegnanti o allievi, spesso non vengono compresi fino in fondo e li si attribuisce a una caratteristica personale dell’allievo: “quel ragazzo quando danza è molto sporco”. In base alle teorie sull’apprendimento motorio e gli studi sulle rappresentazioni in memoria di ballerini, probabilmente quel così detto “ballerino sporco” ha saltato qualche fase del proprio apprendimento, e probabilmente non ha ben interiorizzato tutti i BACs del passo.
Un ballerino “sporco” è un ballerino infatti che, pur eseguendo correttamente i singoli movimenti, non è abbastanza preciso nell’esecuzione del passo complesso o della transizione, in quanto salterebbe dei passaggi tra un BAC e l’altro o aggiungerebbe movimenti non necessari che arricchiscono il movimento togliendo però precisione a quest’ultimo.
I Basic Action Concepts
Ritorniamo quindi al concetto che la danza non è formata solo da pose, ma anche da transizioni. Mi è capitato spesso di vedere foto bellissime di ballerini tratte da esibizioni, ma quando ho osservato l’esibizione nella sua interezza, il ballerino non sembrava qualitativamente così elevato come nelle foto.
Con il termine BACs (Basic Action Concepts) si intende uno strumento cognitivo che permette di suddividere un passo complesso in una serie di unità di movimento più semplici. Ogni unità possiede delle caratteristiche funzionali che derivano dagli obiettivi di quell’unità, ovvero l’effetto percettivo di quel movimento. Queste unità quindi integrano le rappresentazioni sensomotorie e gli effetti percettivi del movimento, e sono collegati a quel livello di controllo mentale che permette di anticipare gli effetti del movimento.
Ad esempio il Pas Assemblè, che corrisponde a un salto tipico del repertorio di passi studiato in classico, i BACs che lo compongono sono 7 (Indicati con le lettere), le fasi funzionali sono 3 e i movimenti che lo compongono sono 10:

Prima fase funzionale:
A)1. Posizione di preparazione in quinta posizione, destra dietro
B) 2. Piegare le ginocchia
Seconda fase funzionale (il salto):
C) 3. Il piede destro scivola lateralmente ; 4. La gamba destra si solleva
D) 5. Saltare spingendosi con la gamba sinistra ; 6. Stendere la gamba sinistra in aria
Terza fase funzionale:
E) 7. Unire le gambe
F) 8. Scendere dal salto con entrambe le gambe
G) 9. Piegare le ginocchia ; 10. Stendere le ginocchia

Ho detto che ogni BACs è collegato a un obiettivo, o effetto del movimento. Per comprendere meglio come ciò sia applicabile farò un esempio: tra i vari BACs che definiscono le unità della Pirouette en-dehors dalla quarta posizione, vi è quello che corrisponde al pliè, ovvero il piegamento di ginocchia che viene eseguito poco prima del giro che definisce il passo Pirouette. Il pliè è mentalmente collegato a una funzione di sostegno per permettere al corpo di prepararsi alla rotazione, poiché permette di tendere la muscolatura delle gambe per preparare la spinta del giro, allinea le spalle sui fianchi e ha la funzione di spostare il peso correttamente su entrambi i piedi in modo bilanciato. Il ballerino, mentalmente sa che il pliè ha una funzione ben precisa allo scopo di creare il movimento desiderato e ciò equivale a un’interiorizzazione del BAC corrispondente. Se quindi un allievo non ha realmente compreso la descrizione e la funzione di ogni BAC, sarà complesso passare alla fase di perfezionamento e correzione.
Per comprendere meglio il concetto dei BACs legati a un effetto del movimento vi invito a leggere l'articolo sui Neuroni Specchio in quanto i due argomenti sono strettamente collegati
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